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martedì 13 aprile 2010

> 2) Tentare di far capire ad un animale che può fidarsi e che vuoi aiutarlo, e riuscirci! - 2) Try to make an animal understand he can trust you and you want to help him, and manage to do that!

Questa è la favola vera di una delle tante gatte randagie di Roma.
Ed è una delle storie che mi sono più care, perché la gatta in questione è Pepe, una dolcissima Korat che vive nel giardino sotto casa mia.

Ricky, un'eccezionale micia rossa, era stata fatta sparire da qualche tempo ormai, e la siamese 'Cina e il suo fedele nero e bianco Duracell avevano trovato una casa sicura, con un grande giardino e tanti altri compagni di giochi.
E così ora un nuovo gatto aveva cominciato ad aggirarsi per il nostro giardino, esplorando con cautela un nuovo territorio.
Il gatto in questione era proprio lei, che mi colpì subito per via del suo colore grigio argentato, e non avevo mai visto un randagio così. Somigliava proprio al vecchio certosino di mia zia che si chiamava appunto Pepe, da cui il nome che le diedi. Solo che i suoi occhi non erano ambrati come quelli di un certosino, erano invece di un bel verde smeraldo.
Da brava gattara provai ad avvicinare quello spettacolo, ma la micia scappò via soffiando e ringhiando!
Tornava spesso nel giardino, mangiava quello che le davo, anche se con diffidenza, giocava con i gomitoli che le lasciavo, ma appena mi vedeva correva via, soffiando con ferocia, e ci separavano sempre almeno una decina di metri.
Per me che letteralmente amo il contatto delle mani col pelo soffice dei gatti era un dramma: non riuscivo a farle capire che poteva fidarsi di me, che non le avrei fatto del male, che l'avrei ricoperta di coccole se solo avesse voluto. Che non l'avrei obbligata a fare nulla, che l'avrei aspettata una vita pur di accarezzarla e sentirla fare le fusa o anche solo per vederla un po' più vicina a me, senza leggere la paura nei suoi occhi.
Ormai erano passati parecchi mesi e la situazione era sempre la stessa, tranne per un particolare: Pepe era in attesa della sua prima cucciolata e la sua panciotta era diventata sempre più tonda... "Capirai, mi soffiava prima che non aveva dei cuccioli da difendere... Come minimo ora mi salterà addosso, ammesso che torni qui! Certo non mi chiamerà come Ricky, che mi aveva cercata per starle vicino durante il parto..." ... Ed ogni tanto questo pensiero mi passava per la mente, fin quando...
Beh, quella sera non la scorderò mai.
Fuori era buio, da qualche ora pioveva e quella che era iniziata come una semplice pioggia si era ormai trasformata in un temporale coi fiocchi.
Poi, coperto dallo scroscio dell'acqua e dal rumore dei tuoni, avevo sentito qualcosa. Un suono forte e allo stesso tempo piccolo... Piccolo... Giovane, troppo! Appena nato! "I gattini! Mamma, quello era un miagolio, sono i gattini, Pepe ha partorito!".
E non scorderò mai la corsa alla finestra per cercare di intravedere qualcosa, da debita distanza "Là, sotto quel cespuglio! Ma possibile che Pepe non li porti in un posto più riparato?!" . Ma Pepe non sapeva cosa fare, in fondo lei non aveva mai sentito il bisogno di ripararsi e ora non sapeva come aiutare quei micini che urlavano con tanta forza! Guardava loro e me, in finestra, con un muso spaventato e confuso.
Era arrivato il momento di fare qualcosa "Forse mi salterà in faccia, ma ci devo provare :-S " .
Non so da dove, ma sbucò fuori una scatola. L'avevo resa impermeabile avvolgendola in una bustona e a momenti ero rotolata sulle scale per la fretta di arrivare giù!
In giardino, sotto quel cespuglio, c'erano Pepe e i suoi gattini, zuppi di pioggia. In mente avevo l'immagine fissa di Pepe che tentava di cavarmi gli occhi per difendere i suoi cuccioli, eppure man mano che mi avvicinavo lei non accennava un movimento "Ecco, adesso mi soffia, poi mi ringhia, poi mi assale!" e invece rimaneva lì, miagolando piano, impaurita, ma decisa a rimanere ferma.
Ormai ero accucciata vicino a lei e, col cuore a mille, ma tentando di non tradire l'emozione, presi i micini uno ad uno, lentamente, per metterli nella scatola su un panno caldo, parlandole con la voce più dolce che avevo per rassicurarla. Sempre lentamente spostai la scatola in un posto asciutto e tranquillo.
Pepe non mi aveva tolto gli occhi di dosso neppure un momento, aveva seguito ogni mio passo, ogni mio gesto. Annusò la scatola e i suoi gattini e li leccò un poco: che sollievo, li riconosceva ancora!
Si fermò ancora una volta a guardarmi coi suoi occhi limpidi e verdi, che ora avevano cambiato espressione, e cominciò a muoversi verso di me; ormai mi era quasi addosso e poi...
"Purrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr" .


This is the true story of one of the many stray cats of Rome.
And it's a really dear story to me, cos the cat I'm talking about is Pepe, a really sweet Korat who lives in the garden near my house.
Since some years someone took away Ricky, a great ginger female cat, while the siamese 'Cina and her black and white friend Duracell found a safe home, with a big garden and a lot of cat/dog-friends.
So now a new cat started walking in our garden, carefully exploring a new territory.
The cat was her, I noticed her immediately cos of her silver grey colour, I never saw a stray cat like that. She really looked like the old chartreux my aunt had, actually called Pepe, from which I took the name. But her eyes weren't amber like those of a charteux, they were instead green like emerald.
Like a good gattara (woman who feeds stray cats) I tried to get close to that wonderful cat, but she ran away hissing and growling!
She often came back to the garden, she ate what I gave her, even if without trusting me much, she played with the ball of whool I left her, but as soon as she noticed me she ran away, hissing ferociously, and there were always at least some ten metres between us.
I love to touch cat's soft fur, so for me it was a tragedy: I couldn't manage to make her understand she could trust me, that I would have never hurt her, that I would have gave her a lot of cuddles if only she wanted to. That I wouldn't have force her to do anything, that I would have waited for a lifetime to stroke her and hear her purring or even just to see her close to me, without reading fear in her eyes.
Months passed and the situation was still the same, apart from one thing: Pepe was nearly becoming a mum and her belly became more and more round... "Good, she already hissed at me when she didn't have cubs to protect... Now, if she'll ever come back, she'll jump on me! For sure she won't look for me when she's going to have kittens, like Ricky did..."... And every now and then this thought came in my mind, until when...
Well, I'll never forget that evening.
It was dark outside, it didn't stop raining for some hours and that simple rain was becoming a big storm.
Then, covered by the noise of the rain and thunder, I heard something. A strong, but also small sound... Small... Young, too young! Newborn! "Kittens! Mum, they're meowing, kittens are meowing, Pepe gave birth to her kittens!".
And I'll never forget how I ran at the window to try to see something, from a safe distance "There, under that bush! Oh, how is it possible that Pepe doesn't move them in a safer place?!" . But Pepe didn't know what to do, she never felt like she needed to repair from rain and she didn't know how to help those kittens who screamed with so much strenght! She looked at them and at me, at the window, with a scared and confused face.
It was time to do something "Maybe she'll jump on my face, but I must try to do something :-S " .
I don't know where that box came from. I made it waterproof by wrapping it in a plastic bag and I nearly fell from the stairs to arrive immediately in the garden!
There, under that bush, there were Pepe and her kittens, all wet of rain. In my mind I still had the picture of Pepe jumping on my face to defend her cubs, and yet, while I was approaching, she didn't make a move "I know, she's going to hiss at me, then she'll growl, then she'll attack!" , but she kept staying there, meowing softly, scared, but determinate to not move.
Now I was sitting near her and , with my heart beating so fast, but trying to not show her my excitement, I took the kittens one by one, slowly, to put them in the box on a warm cloth, talking to her with the sweeter voice I had to reassure her. Still slowly I moved the box in a dry and quiet place.
Pepe kept watching me all the time, following every step I took, every movement I made. She smelled the box and her kittens and licked them a bit: oh good, she still recognised them!
Once again she stopped looking at me with her limpid green eyes, that now had a different expression, and she started approaching me; she was nearly touching me and then...
"Purrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr".

8 commenti:

  1. ciao!!!grazie...il craquelè è veramente impegnativo, per fortuna non sono l'unica a dirlo, è difficile dosare la quantità di colore!! finora solo tre cuccioli hanno trovato un "nuovo AMICO", ora sono ancora con la madre, solo dopo lo svezzamento potranno trovare la nuova casa!
    :-)

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  2. Io ho dipinto un paio di cose con quellqa tecnica e, pur essendo abbastanza soddisfatta, non sono davvero venute bene come avrebbero dovuto :-S Così ho lasciato a metà un portagioie a cui ho dato la prima mano di colore e quella vernice screpolante appiccicosissima... E' chiuso nel mio "barattolone essiccatore" in cui lascio i lavori a seccarequando faccio queste cose... Ormai sono mesi che è lì XD
    Sono contenta per i cuccioli e sono contenta di sapere che stiano ancora con la mamma durante lo svezzamento, perché è importantissimo per il loro corretto sviluppo fisico e psicologico :-)
    Un bacione e una mega coccola per la mamma e i suoi piccoli :-*

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  3. Ciao, bellissima questa storia mi ha commossa;sarà che amo i gatti, sarà che mi ha ricordato qualcosa del passato ma..son qui che piango! Mi piace questo blog, ci sono capitata per caso, ma tornerò.
    Ciao
    Marshall
    PS. Passa a trovarmi se vuoi!

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  4. Ciao Marshall, felice di vederti qui :-)
    Sono contenta che la storia di Pepe ti sia piaciuta, commuove anche me ricordare quei momenti e mi riempie il cuore coccolare questa micia, che oggi non ha più paura... Almeno, non di me :-)
    Passerò a trovarti e spero di rivederti qui, grazie! :-D

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  5. Ciao Uapa!! Sono Sara, la ragazza del blog Bijoux Mon Amour!...Margherita è il mio nickname...devo decidermi a usare o uno o l'altro..! Volevo ringraziarti per i bellissimi commenti che hai lasciato da me, sei carinissima!..Per quanto riguarda la visualizzazione del blog, sul mio pc si vede correttamente, forse il formato non è adatto allo schermo del tuo pc!Se hai la nuova versione di Iternet Explorer, prova a cliccare su quella pagintta strappata che che si trova vicino alla barra degli indirizzi, in alto...non sono un'esperta, ma io tenterei così!:-)..Per quanto riguarda il tuo blog, bhè...ho letto solo qualcosina (La macchina del tempo -adoro la 500- e Il mago che fa tornare bambini), non ci crederai ma mi hai fatto venire le lacrime agli occhi! Sei molto comunicativa. Ho la sensazione che te con le parole esprimi quello che io vorrei esprimere con le immagini e con le idee che fanno nascere alcuni miei bijou!Ti aggiungerò di sicuro ai miei preferiti e ti leggerò con calma...preparo i clinex!!:-)
    A presto
    Sara.

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  6. Sì, sospettavo che fosse un problema del mio computer, purtroppo è davvero una macchina infernale e ribelle XD
    Ti ringrazio per i complimenti, arrossisco! Non ho uno specchio, ma sento il viso che va a fuoco :-D
    Io ti ho segnata fra i miei link, perché non voglio davvero perderti di vista ^^
    Un abbraccio, a presto! :-*

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  7. Uapa, ma che bella storia! Gli animali spesso, purtroppo non sempre, capiscono e sentono di chi si possono fidare! Anche a me è capitata una storia simile e la gattona Bruna continua, dopo tanti anni, a gironzolare pacifica nel giardino che oramai è diventato il suo a tutti gli effetti.

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  8. E' vero, il loro amore è tanto incondizionato da essere rivolto anche a chi in realtà non lo meritava... E di storie tristi, in due anni di canile (e in una vita in un cortile di folli), purtroppo, ne ho sentite e viste tante, troppe.
    Ma qualcuna invece è proprio bella, come quella di Pepe e della micia Bruna e spero che un giorno sempre più pelosi possano dare il loro amore a qualcuno che sa apprezzarlo! :-)

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Fai sentire la tua voce! O meglio: fai LEGGERE le tue PAROLE! :-)

Let me hear your voice! Or better: let me READ your WORDS! :-)