Siamo in America, intorno al 1917.
In una fabbrica di quadranti di orologi e strumentazioni militari, la United States Radium Corporation viene utilizzata una speciale vernice, a base di solfuro di zinco e radio, che brilla al buio, tanto da meritare il nome "Undark".
In fabbrica lavorano più di un centinaio di persone, la maggior parte donne, che pazientemente dipingono i quadranti proprio con questa vernice, perché possano essere leggibili anche al buio.
Le ragazze mischiano colla, acqua e polvere di radio per ottenere la pittura. Dopo qualche tocco, però, la punta del pennello perde la sua forma e diventa difficile seguire con precisione i contorni dei numeri. Vengono così incoraggiate a bagnare le setole passandole fra le labbra, inumidendole con la lingua, in modo da rifare la punta al pennello.
Quello che non viene detto, invece, è che la Undark è altamente radioattiva e che così facendo, le ragazze si avvelenano lentamente, ogni giorno.
Le ragazze lavorano e mangiano sugli stessi tavoli e ogni giorno la storia si ripete: intingere il pennello nella vernice, dipingere qualche numero, rifare la punta al pennello, passandolo fra le labbra.
All'inizio è divertente scoprire che loro stesse brillano al buio: le labbra, i denti, i capelli, perfino gli indumenti intimi, al buio, risplendono di un alone verdino, difficile da scrollarsi di dosso.
Il dubbio: che sia pericoloso?
Certo che no, rassicurano i superiori, che alle spalle delle ragazze maneggiano le taniche di vernice con molle e guanti, e che rilasciano perfino studi riguardanti la pericolosità e gli effetti del radio, ben noti alla comunità scientifica.
La Undark è sicurissima, anzi, perfino salutare. E diventa un gioco usarla come make up o come smalto per le unghie, per sorprendere il proprio fidanzato, quando finalmente si esce il Sabato sera.
Poi i primi malori. La debolezza, le vertigini, l'anemia, qualche dente che cade da solo a causa della necrosi della mandibola.
I medici del lavoro (pagati dalle varie compagnie) che segretano le cartelle cliniche e negano qualunque causa professionale: non c'è correlazione fra il loro impiego e i sintomi riportati. Medici che le accusano di aver contratto malattie veneree, come la sifilide, facendole passare per ciò che non sono.
Datori di lavoro che le minacciano di licenziamento, in separata sede, perché rischiano di far dilagare il panico fra le altre, con le loro assurde fobie.
I media e gli avvocati che trovano più facile schierarsi dalla parte dei potenti, piuttosto che indagare sulle reali cause delle sempre crescenti morti sul lavoro (dato fra l'altro ancora sconosciuto, per quanto riguarda i lavoratori dei fabbriche come questa, spesso a causa della paura di denunciare le proprie condizioni e vedersi licenziare e rovinare la reputazione).
Poi, finalmente, una svolta: una donna riesce a trovare un legale disposto a prendersi carico del caso, coinvolgendo cinque ragazze, dipendenti della United States Radium Corporation, le Radium Girls, appunto.
Nuove visite mediche vengono svolte in "campo neutro" e portano al tragico verdetto: avvelenamento da radio, ingerito giorno dopo giorno, passando quel dannato pennello fra le labbra. Praticamente una sentenza di morte per tutte loro.
Hanno paura, sono giovani e non vogliono tutto questo, eppure stanno morendo lentamente e il processo è irreversibile; sanno che nulla potrà mai risarcire loro o le loro famiglie per questo (specialmente il ridicolo, se non offensivo, indennizzo pagato dalla ditta).
Ma, nonostante tutto, la loro battaglia non si ferma: continuano a lottare, a testimoniare, ad essere presenti nelle aule del processo, che si spostano perfino nelle loro abitazioni, quando ormai la debolezza non permette loro neppure di stare sedute, e finalmente la notizia diviene di pubblico dominio e rimbalza sulle pagine dei giornali.
Alcune non arriveranno a vedere la fine del processo, altre sopravviveranno per pochissimo, ma la loro battaglia porta almeno a nuove leggi che verranno emesse ed applicate in tutela dei lavoratori di ditte come la United States Radium Corporation.
Per citare due delle conquiste ottenute con tenacia da queste coraggiose ragazze, da lì in avanti, verranno attuate nuove procedure di sicurezza per i lavoratori: corsi informativi, indumenti e strumenti adeguati che eviteranno loro il contatto diretto con la vernice o i suoi fumi. Non dovranno quindi più appuntire il pennello, inumidendolo con le labbra.
Inoltre, verrà finalmente data la possibilità, al singolo lavoratore, di citare per danni da sfruttamento la ditta datrice di lavoro.
Questo post è per ricordarci di loro, fra tante; per ricordarci di tutte quelle donne che sono state sfruttate (in un modo o nell'altro) nel lavoro e di tutte quelle che ancora lo sono.
E per ringraziare tutte quelle che hanno il coraggio di combattere, anche contro i mulini a vento, per qualcosa di cui loro stesse magari non potranno usufruire, ma che farà il bene di quelle dopo di loro.
La Dignità vi appartiene, camminate orgogliose a testa alta.
We're in America, around 1917.
In a watch faces and instruments for military uses factory, the United States Radium Corporation, they use a special paint, made from zinc sulfide and radium, fairly called "Undark" cos it glows in the dark.
The factory employes around a hundred people, mainly women, who patiently paint the dials with this paint, to make them visible at night.
The girls mix water, glue and radium powder to make the paint. After some strokes, anyway, the brush would lose their shape, making it hard to keep being precise in painting the little numbers.
They're so encouraged to sharpen the tip of the brushes with their lips and tongues.
What they don't say is that, by doing this, the girls poison themselves day by day, slowly, cos the Undark paint is highly radioactive.
The girls work and eat on the same desks and every day the story repeats itself: dip the brush in the paint, use it on dials, sharpen the tip of the brush, passing it on their lips.
In the beginning it's fun to discover they glow too: their lips, teeth, hair, even underwear, in the dark, has that greenish glow around, so hard to wash it away.
A doubt: would it be dangerous?
Of course not, supervisors reassure them, while on their back they avoid any contact with the varnish, using gloves and tongs to handle i, and even release publications, well known in the scientific community, with the studies about risks and effects of radium.
Undark paint is more than safe, healthy even. And it's almost a game to use it as make up or nail varnish, to amaze their boyfriend during a date on a Saturday evening.
Then the first problems. Weakness, dizziness, anemia, teeth falling out, cos of jaw necrosis.
Doctors not releasing the results of the analysis on workers (paid by the companies) and deny any correlation between the symptoms and the job. Doctors who even accuse them to have caught sexually transmitted diseases, ruining their reputation.
Bosses saying, in private, they'll be fired, cos they risk to spread panic among the other workers, with their absurd phobias.
Media and lawyers who finds it easier to stay with the powerful companies, instead of investigating on the causes of the increasing deaths among the workers (the number is still unknown, talking about this kind of factories, cos of the fear of people to be fired or calumniated, after declaring their conditions).
Then finally a woman could find a lawyer who would give a chance to the case, involving five workers of the United Stated Radium Corporation: the Radium Girls.
New medical tests are done in "neutral ground" and reveal a sad truth: radiation poisoning, cos of the radium they swallowed day after day, while passing that damned brush on their lips. A death sentence for them all.
They're scared, they're young and don't want that to happen, but they're slowly dying and nothing can stop that; they know nothing will refund them or their families for that (especially the ridiculous, if not offensive, indemnity from the company).
But, in spite of everything, their battle goes on: they keep fighting, deposing, going to the trial's room, that even move to their own houses, when they're too weak even just to seat there, and finally the news spread on newspapers.
Some of them didn't see the end of the trial, others survived just a little bit more, but at least their fight brought new laws about protection of workers of factories like United States Radium Corporation.
To tell two of the conquests obtained with tenacity by these brave girls, from that day onwards, there were new industrial safety standards: dial painters were instructed on how to deal with dangerous items and provided with protective clothes and tools. They didn't have to sharpen the tip of the brush with their lips.
Besides, individual workers gained the right to sue for damages the companies, due to labor abuse.
This post was written to remember about them, among many others; to remember about all those women who were abused (in a way or another) at work, and about all of those who're still abused, nowadays.
And to thank all those women who are so brave to fight, even against windmills, for something that maybe won't even be use for themselves, but will be for those who'll come after them.
Dignity belongs to you, walk proudly, keeping your head high.
Bellissimo post!!conoscevo questa vicenda...assurda!!!
RispondiEliminaEh già, davvero assurda... Ho trovato anche dei ritagli di giornale su Google, sono da brivido :-(
RispondiEliminaGrazie Uapina. Hai tutta la mia stima. Un abbraccio da donna a donna^-^
RispondiEliminaGrazie a te :-)
RispondiEliminaUn abbraccio :-* :-)