Bene, davvero un bell'inizio di giornata.
Non basta dover lavorare in un ufficio semi-deserto.
Ho appena scoperto che il pacco che avevo spedito a Steve è danneggiato.
"... Ma sì, col Quick Pack Europe il pacco, assicurato, arriva in 3 giorni lavorativi!"
Cavolate. Cinque giorni dopo era ancora a Milano ed è approdato in Inghilterra solo ieri. Ed ora è bloccato, perché "danneggiato". No caspita, non il pacco per Steve, maledetti!!!
Ho deciso: questa è l'ultima spedizione che faccio con Poste Italiane. Fra tutte le cose che ho spedito, fra pacchi e cartoline, sono più quelle andate perse che quelle arrivate (intere) a destinazione. E se qualcuno mi spedirà qualcosa, gli dirò di usare un corriere. Altrimenti, beh, che usino pure le poste, ma a loro rischio e pericolo.
Il pacco di Steve è danneggiato. Proprio QUEL pacco. Ed è stato danneggiato qui in Italia. Nei 5 giorni che ci sono voluti per farlo arrivare da Fiumicino a Milano. Probabilmente da un eroico postino che si è fatto tutta quella strada a piedi, correndo col mio pacco giallo sotto il braccio. Poverino, quel postino, dovrebbero dargli una medaglia.
A darmi questa notizia, un'operatrice del numero verde Poste Italiane. Simpatica come una manciata di ortiche nelle mutande.
Capisco che lavorare in questi giorni di festa urti i nervi. Ma sono una centralinista anche io!
Mi alzo dalla postazione per vedere se ci sono finestre aperte, fa un freddo cane e la divisa estiva (già, perché quella invernale è rimasta bloccata chissà dove) non aiuta.
Passo davanti alla stanza del presidente: ciotole di cristallo piene dei migliori cioccolatini, riscaldamento autonomo, poltrona comoda, stipendio più che invidiabile, ma, soprattutto, decine e decine di pacchi dono sparsi ovunque. E neppure li vuole, lui!
Questo è troppo.
Entro spedita nella stanza, senza neppure bussare, d'impulso.
Mi pianto davanti alla scrivania, sbattendo con decisione le mani sul tavolo.
Sono veramente furiosa.
Alzo lo sguardo e finalmente esplodo, gridando senza alcun controllo tutto quello che mi passa per la testa.
Grido.
Grido di quanto sia comodo dare ordini e fare il supervisore di tutto e tutti con aria scettica, mentre gli altri si fanno in quattro per svolgere anche le mansioni che non gli spettano.
Di quanto sia facile criticare chi arriva con qualche minuto di ritardo, perché è in balia di autobus e metropolitana, quando lui ha un autista sempre a disposizione.
Di quanto sia assurdo giudicare chi spizzica un cracker di nascosto, mentre lui è libero di passare due ore a strafogarsi al ristorante dietro l'angolo, a spese della ditta.
E di quanto sia ingiusto, sì, INGIUSTO! che i suoi pacchi non vadano mai persi, mannaggia la miseria! Quei pacchi dono che per lui sono un peso, mentre il mio regalo per Steve era attesissimo sia da lui che da me!
"E lei non sa davvero chi sono io! Probabilmente non ci ha fatto mai caso, se non per denigrare un saluto mancato, perché in quel mentre ero alla prese contemporaneamente con la cornetta del telefono, con le due cornette dei citofoni esterni e con le altre due dei citofoni interni. No, lei non sa chi sono IO! Sono la sua centralinista e vorrei vedere chi passerebbe tutte le sue preziose telefonate alla sua segretaria, che non è libera neppure di fumarsi una sigaretta in santa pace, se non fosse per me! Vorrei vedere chi le porterebbe ogni mattina una bottiglietta di acqua minerale, fresca al punto giusto, se non ci pensassi io! E le sue piante, sarebbero già secche da un pezzo, se la sottoscritta non se ne prendesse cura ogni giorno!!!"
Ora sono un po' più rilassata, finalmente sono riuscita a sfogarmi e a dirgli tutto quello che in tanti non avrebbero neppure mai osato pensare.
Qualcuno mi ha sentita gridare e si è affacciato alla porta:
"A Federi'! Ma che parli da sola? Dai, esci dalla stanza del presidente, che devo fa' spazio pe' altri pacchi...!"
Altri pacchi. Ecco, lo sapevo. Non è giusto!
Ma il telefono comincia a squillare e io, da brava centralinista, devo rispondere...
Esco dalla stanza vuota del presidente, riprendendomi dalla delusione/illusione di aver parlato davvero con lui...
"ARIT, buongiorno...!"
Good, really lovely to start the day like this.
It's not enough to work in a nearly deserted office.
I also just discovered the parcel I sent Steve is damaged.
"... Of course, with Quick Pack Europe your parcel, with insurance, will arrive there in 3 working days!"
Yes, yes. Five days later it was still in Milan and it arrived in England just yesterday. And now it's stuck somewhere there, cos it's "damaged". For God sake, not Steve's parcel, bloody service!!!That's it: this is the last time I send something with Poste Italiane. Thinking back to all the things I sent, parcels and letters, the number of lost/damaged things is higher than the number of those that actually arrived where I sent them. And if someone wants to send me something, I'll ask them to use a private service, otherwise it'll be their own responsibility if the parcel will be lost.
Steve's parcel is damaged. Of all parcels THAT one is damaged. And it happened here in Italy. During the 5 days that took it to reach Milan from Rome. Probably carried by a heroic postman who ran on his own feet for all those kilometres, holding my yellow box in his arms. Oh poor, poor postman, they should give him a medal.
I had this news from a girl working at the helping phone service of Poste Italiane. Nice as a bunch of nettle in the pants.
I understand working these days is annoying. But I'm a receptionist too!
I get up from my desk to see if there's some open window, I'm freezing and the summer uniform (yes, cos our winter one is lost somewhere too) doesn't help.
I walk in front of our president's room: crystal bowls full of the best chocolate sweets, his own heating, comfortable armchair, enviable salary, but, above all, tens of parcels everywhere. And he doesn't even want them!
That's enough.
I walk quickly in the room, without even knocking at the door, impulsively.
I stand in front of his desk, decisively hitting it with my hands.I'm really mad.I raise my head and look up and finally I explode, shouting without control, saying all I have in my mind.I shout.
About how comfortable is to give orders to people and behave like a skeptical supervisor, while everyone working for you is running all day to do things they shouldn't even do.
About how easy is to criticize people arriving few minutes late, cos they're trapped in the bus or in the subway, when you have a chauffeur always ready for you.
About how absurd is to judge who secretly eats a bit of a cracker, while you're free to go out and fill your stomach at the restaurant round the corner, paid by the company.
And about how unfair, yes, UNFAIR! is that his parcels are never lost anywhere and in any case! Those gift that just bother him, while my gift for Steve was awaited so much from us both!
"And you really don't know who I am! Probably you never noticed, if not to moan about that time I didn't greet you, cos I was busy holding the phone and other four receivers at the same time. No, you don't know who I am! I'm your receptionist and I'd really like to know who'd lead all your precious calls to your secretary, who can't even smoke a cigarette in peace! I wonder who'd give you a new fresh bottle of mineral water every morning, if I didn't do that! And your plants would be dead since a long time, if I didn't take care of them every single day!!!"
Now I'm a bit more relaxed, I could let out all of what I had inside, all those things that many people in the office wouldn't even brave enough to think.Someone heard me shouting and came at the door:
"Hey Fed! Talking alone? Come on, get out from president's room, I need to make some space to deliver more parcels...!"
More parcels. I knew it. It's not fair!
But phone starts ringing again and I, as a good receptionist, have to answer...
I get out from the empty room of our president, recovering from the delusion/illusion of really talking to him...
"ARIT, good morning...!"